Cena in Bianco, tutta Torino mangia in Piazza San Carlo

Questo articolo non è una recensione, ma cogliamo l’occasione di questo blog che in fondo tratta sempre di cibo, per parlarvi di un evento bellissimo che si è svolto a Torino ieri sera, precisamente in Piazza San Carlo. Se ne parliamo è perché ci piacerebbe vedere realizzati eventi del genere anche in altri posti d’Italia, soprattutto nel nostro Sud.

Record di partecipazione per la terza edizione dell’insolito evento (un flash mob lungo diverse ore) che vede i protagonisti ma anche le sedie, tavole e stoviglie sono di un solo unico colore.

Un colpo d’occhio straordinario. Una piazza San Carlo così immacolata non c’era mai stata. Così elegante e allo stesso tempo così vivace. Così chiacchierina, ma senza frastuono. Così uniforme eppure così diversa nei dettagli che, come sempre, fanno la differenza.

La “cena in bianco” che è andata in scena ieri sera nel salotto di Torino ha portato ben undicimila persone (11.431 partecipanti meravigliosi per la precisione) a dare vita a un evento che si conferma, alla terza edizione, suggestivo ed eccezionale.

Poche ma ferree le regole del successo: ci si veste di bianco, si porta tutto da casa e si va via con il proprio sacchetto dei rifiuti senza lasciare nemmeno una carta per terra. Per partecipare non bisogna pagare alcun costo di iscrizione, tavoli e sedie sono portati da casa, tovaglie e tovaglioli devono essere di stoffa bianca, niente plastica né carta per piatti, bicchieri e posate ma solo vetro ceramica e acciaio (anche se c’è chi ha voluto sfoggiare porcellane, cristalli e argento), caraffe per l’acqua riempite al torèt, centrotavola e candelieri per arricchire la mise en place. I cibi vanno cucinati da sé, meglio se di colori chiari: per gli analfabeti culinari andavano bene pop corn e vaschette di formaggi da supermercato, ma c’è chi invece ha voluto seguire le originali proposte dei blogger di cucina, come un candido merluzzo con mele, finocchi e succo di lime.

Ma la scenografia impattante è stata creata ovviamente dal dress code completamente bianco, che poi ciascuno ha declinato in mille modi, non tutti universalmente considerabili eleganti. Dai cappelli in stile inglese ai panama, dai completi di lino ai jeans strappati, dagli abiti da cocktail ai prendisole, dai vestiti da cerimonia alle gonne di tulle. Ma qualcuno ha anche rispolverato la divisa della marina e della guardia costiera, il papillon bianco del matrimonio. Ognuno ha cercato di essere a suo modo il più perfettamente bianco possibile, persino rivestendo di bianco il passeggino del figlio neonato.

Un evento che ha le caratteristiche di un flash mob (anzi di un long mob visto che i primi tavoli si allestiscono alle sei di sera e si sparecchia tra le undici e mezzanotte) ma che è diventato un’associazione no profit e un marchio registrato (Cena in Bianco Unconventional Dinner) che ha già alcuni affiliati a Milano, Bologna, Bari, Venezia e Padova. Nessun guadagno e nessun costo per i commensali, solo il piacere di mangiare assieme: un principio che distingue l’organizzazione torinese da altre cene in bianco che si trovano in giro per il mondo (la prima fu anni fa a Parigi) dove si paga anche cinquanta dollari e c’è addirittura una selezione tra i partecipanti.

A Torino invece, sotto la patina innegabilmente radical chic che si è stesa sulla piazza, ieri sera c’era una varietà di personaggi davvero molto diversi tra loro, com’era evidente fin dal pomeriggio quando decine di macchinoni e macchinine si davano il turno in via Roma a scaricare cesti da pic nic, tavoli di legno e sedie di plastica. Dalle coppie alle famiglie, dai single che postavano appelli per offrire o cercare ospitalità nei tavoli alle comitive di amici o colleghi. C’è chi per partecipare alla “cena in bianco” si è preparato per un anno, come una tavolata di ultra settantenni (capitanati da un novantaquattrenne) che dopo aver visto le immagini dell’anno scorso hanno deciso di non mancare. E hanno voluto esserci anche alcuni lavoratori delle pompe funebri, che per una sera hanno scelto di vestirsi di bianco e indossare un paio di ali da angelo. Molti i “veterani” fedeli fin dalla prima edizione e molti anche coloro che arrivano da fuori (Lombardia, Emilia, Liguria ma persino Lione, Nizza e New York) e che avendo visto le foto su internet hanno deciso di organizzare apposta un viaggio a Torino nei giorni della cena in bianco. Poi alle undici ci si saluta e si torna a casa, con i piatti sporchi nella sporta, un sacchetto di rifiuti in mano e tante foto da caricare su Facebook.

Fonte: http://unconventionaldinner.blogspot.it/

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